mercoledì 27 ottobre 2010

Tanzania Kilimangiaro

Raggiunto l'aeroporto di Kilimangiaro in Tanzania ci dirigiamo ad Arusha dove pernottiamo.
Il gruppo si compone di undici persone, camminatori e viaggiatori incalliti.
L'indomani al mattino incontriamo le cinque guide, i quattro cuochi, e i ventinove portatori.
Seguiamo la via Machame per raggiungere la vetta del Kilimangiaro. Il primo campo Machame camp a 3000 mt. si raggiunge percorrendo un facile sentiero che si inerpica fra una fitta foresta pluviale. Al secondo Shira camp a 3800 mt. giungiamo percorrendo un tracciato erto e sassoso fra una vegetazione bassa.
Al terzo campo Barranco camp 3900 mt giungiamo dopo aver, allo scoperto, percorso un sentiero su terreno lavico e attraverso una gola in località Lava Tower posta a 4600 mt.
Al quarto e ultimo campo, Barafu camp 4650 mt si giunge dopo vari saliscendi e una breve sosta  al Kgaranga  camp a 4200 mt.  Dal Barafu camp il Kilimangiaro incute timore anche se i suoi ghiacciai sono ormai modesti.
Si parte per la vetta a mezzanotte, la temperatura è prossima allo zero, in assenza di vento, condizioni ideali, anche se in vetta poi troveremo sempre in assenza di vento una temperatura di meno dieci gradi centigradi.
Siamo ben equipaggiati, una lunga fila di persone già si snoda davanti e dietro di noi, evidenziata nella notte dalle lampade frontali.
Il passo è lento, la fatica tanta, evidente è la mancanza di ossigeno, più volte viene voglia di abbandonare,ma la tenacia, la volontà di raggiungere la meta hanno il sopravvento sulla fatica e sul dolore e la difficoltà di respirare. E' buio pesto, il tracciato si inerpica per un ghiaione dove ogni due passi avanti scivoli indietro di uno.  Qualcuno si lamenta e qualcun'altro abbandona con amarezza e sconforto.
Alle 6,00 raggiungo Stella Point il bordo del grande cratere del vulcano spento posto a 5750 mt. ormai è fatta, mancano circa 150 mt. di dislivello per la vetta, l'ultimo tratto è poco più che un falso piano con sentiero compatto facilmente percorribile, alle ore 6,20 raggiungo la vetta a quota 5895 mt.
Vinto dall'emozione fatico non poco a capacitarmi dell'immensità dello spettacolo che si offre ai miei occhi.
Con i suoi raggi il sole abbraccia i grandi blocchi dei millenari ghiacciai, l'immenso cratere e le grandi pianure sottostanti. Foto di rito e discesa a rompicollo fino al campo. Nello stesso giorno dopo breve riposo ci si rifocilla e alle 11,00 si  smonta il campo e si scende al campo Mweka Hut posto a 3100 mt. seguendo la via Mweka per un accidentatissimo sentiero per montare il campo e goderci infine il meritato riposo dopo l'interminabile faticosissima ma emozionante e appagante giornata.
Il sesto giorno  percorrendo un facile sentiero in mezzo alla foresta, in poco più di tre ore raggiungiamo Mweka Gate dove dalle autorità del parco coadiuvate dalle guide ci viene consegnato l'attestato che certifica il raggiungimento della vetta.
Trascorriamo poi altri otto giorni in Tanzania per visitare i parchi nazionali: Tarangire, Ngorongoro, Lake Maniara, Serengeti, Lake Natron e parco di Arusha.
Indescrivibile la quantità di animali che si incontrano e le loro promisquità con i grossi felini.
Non sono mancate le scene di caccia e l'accoppiamento dei leoni.
Dulcis in fundo l'ascesa dell'Ol Doinyo Lengay, vulcano attivo di 2900 mt. in prossimità del lago Natron, lago che ospita anche una delle più grandi colonie di fenicotteri rosa, anche questa ascesa fatta in notturna con un dislivello di 1750 mt. difficile e pericolosa, sopratutto la discesa per le presenza di uno strato di polvere lavica di una recentissima eruzione, che rendeva scivolose le pareti del perfetto cono vulcanico.
Un' avventura indimenticabile grazie ad AnM ottobre 2009.
Vincenzo Garoia

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