Raggiunto l'aeroporto di Kilimangiaro in Tanzania ci dirigiamo ad Arusha dove pernottiamo.
Il gruppo si compone di undici persone, camminatori e viaggiatori incalliti.
L'indomani al mattino incontriamo le cinque guide, i quattro cuochi, e i ventinove portatori.
Seguiamo la via Machame per raggiungere la vetta del Kilimangiaro. Il primo campo Machame camp a 3000 mt. si raggiunge percorrendo un facile sentiero che si inerpica fra una fitta foresta pluviale. Al secondo Shira camp a 3800 mt. giungiamo percorrendo un tracciato erto e sassoso fra una vegetazione bassa.
Al quarto e ultimo campo, Barafu camp 4650 mt si giunge dopo vari saliscendi e una breve sosta al Kgaranga camp a 4200 mt. Dal Barafu camp il Kilimangiaro incute timore anche se i suoi ghiacciai sono ormai modesti.
Si parte per la vetta a mezzanotte, la temperatura è prossima allo zero, in assenza di vento, condizioni ideali, anche se in vetta poi troveremo sempre in assenza di vento una temperatura di meno dieci gradi centigradi.
Il passo è lento, la fatica tanta, evidente è la mancanza di ossigeno, più volte viene voglia di abbandonare,ma la tenacia, la volontà di raggiungere la meta hanno il sopravvento sulla fatica e sul dolore e la difficoltà di respirare. E' buio pesto, il tracciato si inerpica per un ghiaione dove ogni due passi avanti scivoli indietro di uno. Qualcuno si lamenta e qualcun'altro abbandona con amarezza e sconforto.
Trascorriamo poi altri otto giorni in Tanzania per visitare i parchi nazionali: Tarangire, Ngorongoro, Lake Maniara, Serengeti, Lake Natron e parco di Arusha.
Dulcis in fundo l'ascesa dell'Ol Doinyo Lengay, vulcano attivo di 2900 mt. in prossimità del lago Natron, lago che ospita anche una delle più grandi colonie di fenicotteri rosa, anche questa ascesa fatta in notturna con un dislivello di 1750 mt. difficile e pericolosa, sopratutto la discesa per le presenza di uno strato di polvere lavica di una recentissima eruzione, che rendeva scivolose le pareti del perfetto cono vulcanico.
Un' avventura indimenticabile grazie ad AnM ottobre 2009.
Vincenzo Garoia
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